martedì 27 gennaio 2009

Sul concetto di simulazione nel processo di pianificazione strategica

L’azienda va pensata come un organismo, come un sistema.

Ogni cosa al suo interno, nel suo funzionamento, è interdipendente. E così anche il processo di pianificazione non può aver luogo seguendo una sequenza lineare. Il processo di pianificazione è “iterativo”. Se prendo una decisione sul miglioramento della qualità intrinseca del bene che produco vedrò i costi aumentare, probabilmente dovrò pensare di aumentare i prezzi, si renderà verosimilmente necessaria una forma di comunicazione pubblicitaria in grado di far percepire la maggiore qualità, forse il mio target di clientela dovrà o potrà cambiare, quindi potranno cambiare i concorrenti, e così via.

Un business plan, come abbiamo visto, è un modello di simulazione della realtà aziendale, e quindi sarà anch’esso frutto di riflessioni che renderanno la sua realizzazione il risultato di un processo iterativo.

La sua parte numerica è solo un insieme di formule matematiche ben organizzato in grado di trasformare dei dati iniziali in un elaborato finale che aiuti a prendere una decisione. Per quanto raffinato e complesso possa essere il modello, l'attendibilità dell'elaborato finale dipenderà esclusivamente dalla qualità e dall'attendibilità dei dati iniziali.

Quindi la raccolta, la previsione o la determinazione dei dati di input rappresentano momenti essenziali e fondamentali da completare prima del passaggio all'uso di qualsiasi modello di simulazione. Sarebbe opportuno che tali dati venissero stabiliti definitivamente prima di passare all'uso del modello, perché se si è “convinti” della validità dell'idea progettuale in esame, si sarà “tentati” fortemente dopo a forzare i dati di partenza fino ad ottenere la conferma della validità del progetto. Quest'ipotesi potrà far sorridere ma è molto più frequente di quanto si possa pensare.

Le diverse fasi che devono essere sviluppate nella raccolta, previsione o determinazione dei dati non costituiscono oggetto specifico di questo sito, e per approfondimenti in merito si rinvia all'apposita vastissima letteratura.

Tuttavia è necessario un breve riferimento anche perché, al di là di quanto affermato in precedenza per mettere in guardia da possibili “forzature” dei dati, i processi iterativi caratteristici della messa a punto di un business plan possono effettivamente comportare un ritorno alle fasi iniziali di definizione dei dati.

A titolo puramente esemplificativo si possono individuare:

Un PRIMO processo iterativo di raccolta dei dati di base che può essere suddiviso in 5 fasi:

  • una 1a fase di pianificazione iniziale;
  • una 2a fase di analisi del mercato e della concorrenza;
  • una 3a fase di analisi dei possibili costi operativi;
  • una 4a fase di definizione dei costi e dei ricavi possibili;
  • una 5a fase di valutazione finale.

Un SECONDO processo iterativo, che è quello che qui interessa, che è destinato a determinare:

  • il volume e l'erogazione nel tempo di mezzi propri da investire nell'iniziativa;
  • le condizioni perché la solidità finanziaria dell'iniziativa sia compatibile con le caratteristiche del settore operativo;
  • la massima esposizione finanziaria prevedibile, e quindi il fabbisogno di affidamenti bancari;
  • la redditività dei mezzi propri investiti: questa, anche in relazione alla dinamica temporale di sviluppo del progetto e ad altri indicatori, consentirà di esprimere un giudizio finale sulla validità dell'idea progettuale iniziale, oltre ad ottenere i piani economico-finanziari in grado di dare una rappresentazione completa del progetto in esame.
  
(Articolo di Paolo Battaglia, pubblicato su www.crescitapmi.it)

  

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