venerdì 28 dicembre 2007

Investimento immobiliare e bolla speculativa: 2) La domanda di immobili.

La domanda di immobili dipende da tanti motivi, e non tutti, ovviamente, possono ricondursi a soli bisogni abitativi o a soli bisogni speculativi.

Una buona fetta della componente della domanda di immobili consiste in una serie di fattori psicologici: l'idea che essere in affitto significhi gettare via i soldi, che non ci si possa definire veramente liberi finché non si possiede il posto dove si vive ("se anche devo mettere un chiodo, voglio che sia a casa mia"), che nella propria comunità sociale ci si senta valutati sulla base del patrimonio, della "roba" posseduta, che non si sia "nessuno" se non si possiede nulla, con l'attraente prospettiva per cui comprando non solo ci si possa convertire in proprietario (quindi si diventa, finalmente "qualcuno"), ma addirittura in speculatori entrando a far parte della ambita comunità dei ricchi dal momento stesso in cui si sottoscrive un'ipoteca :-).

Enormi interessi alimentano costantemente questo atteggiamento psicologico: i promotori immobiliari, gli istituti bancari e le finanziarie, le agenzie di compravendita di immobili, gli investitori/speculatori, le associazioni di categoria, i governi che, nei fatti, spingono l'idea che il PIL nazionale dipenda a tal punto da un rialzo dei prezzi delle case che sarebbe una catastrofe se si abbassasse il prezzo.

E c'è un altro gruppo più numeroso e influente che fa pressioni nella stessa direzione: sono tutti quelli che hanno già risolto il problema perchè già comprarono, e che spingono costantemente chi non l'ha fatto affinchè lo faccia, come spesso capita a chi ha preso moglie/marito, generato figli, comprato un'auto o un'altra. Chiunque faccia una qualunque scelta ha poi bisogno di aver conferma della giustezza delle proprie azioni non sopportando di vedere intorno a sé i propri simili fare scelte diverse.
Questo gruppo, nonostante non abbia interessi diretti a farlo, esercita una pressione più forte degli altri, perché è costituito dai familiari, amici e conoscenti di tutti quelli che non hanno casa, e le loro posizioni vanno da una sincera preoccupazione per il problema fino a considerarli idioti. Posizione quest’ultima tipica di chi si è di recente ipotecato a 40 anni e più con mutuo a tasso variabile.

E qui torno sulla prudenza che, in questo momento, bisognerebbe adottare per via della bolla immobiliare.

Cito da wikipedia: “Bolla immobiliare

La bolla immobiliare è un tipo di bolla economica che si presenta periodicamente nei mercati immobiliari locali, o anche globalmente. È caratterizzata da un rapido aumento dei prezzi immobiliari che si portano a livelli insostenibili in rapporto ai redditi medi o ad altri parametri economici. A partire da 2007 numerosi analisti economici sostengono l'esistenza di una bolla immobiliare in molte aree del mondo, in particolare negli Stati Uniti, in Gran-Bretagna, Italia, Australia, Nuova Zelanda, Irlanda, Spagna, Polonia, Sudafrica, Israele, Grecia, Canada, Norvegia, Singapore, Svezia, India, Romania, Corea del sud, Russia, Ucraina e Cina. Le bolle immobiliari sono seguite invariabilmente da rapide e consistenti diminuzioni dei prezzi immobiliari che possono portare molti propietari al negative-equity (debito ipotecario superiore al valore corrente della proprietà). Come per gli altri tipi di bolla economica, è difficile identificare una bolla immobiliare se non retrospettivamente, dopo lo sgonfiamento. Lo scoppio di una bolla immobiliare è solitamente un processo più lento dello scoppio di una bolla del mercato azionario, in quanto i potenziali venditori sono restii ad accettare l'idea di un calo del valore delle loro proprietà.

Ora, in un quadro di minore liquidità sul mercato da parte dei privati e di tassi crescenti e conseguenti difficoltà da mutuo e in cui l’offerta di nuove case continua imperterrita, si arriva ad un punto in cui è possibile osservare che i prezzi delle case, nelle loro diverse tipologie, si fermano e poi iniziano a scendere. Questa fase è preceduta da un aumento delle offerte di vendita di case, soprattutto da parte dei privati.

Per quanto riguarda i costruttori, questi, di norma, lavorano con i soldi delle banche seguendo questo modello:

Fatto 100% il valore del costo totale dell’immobile, circa il 20% (negli ultimi anni anche meno) lo mette il costruttore, di solito per acquistare il terreno. La rimanente somma la mette la banca a stati d’avanzamento lavori. Nel periodo di costruzione si va in pre-ammortamento, ossia si pagano solo gli interessi senza ancora rimborsare il capitale. Ovviamente esiste l'impegno del costruttore a canalizzare a rimborso del finanziato le caparre degli acquirenti e poi saldi derivanti dalla vendita delle case.

Ma se caparre e saldo prezzo non arrivano, ad esempio perché non si trovano acquirenti, nasce per il costruttore un problema. La banca vuole rientrare secondo i piani previsti e il costruttore non intenderà rimborsare il mutuo ma accollarlo (con i subentri) agli acquirenti. E se non c’è domanda il costruttore sarà costretto ad abbassare considerevolmente i prezzi. Di conseguenza, scenderà il prezzo delle case in quel mercato. Inizialmente non si tratterà di una riduzione dei prezzi ma di prezzo uguale ma con regalie ed omaggi (ad esempio lavori extra allo stesso prezzo o condizioni di pagamento più comode), per non “rovinare” il mercato. Molto dipenderà dalla capacità finanziaria di sopportazione dell’impresa. Probabilmente il "vecchio" patrimonio immobiliare si svaluterà per primo, soprattutto se a vendere è un privato, infinitamente più debole di un grosso costruttore nei confronti delle banche.

È a questo punto, che inizia un meccanismo di ribasso e si aprirà il "mercato del compratore", per dirla con Laplace.

Quando gli indicatori (calo sui nuovi mutui, calo nelle case vendute, calo nelle nuove case costruite, muti in sofferenza, crollo titoli immobiliari/bancari) saranno finalmente comunicati al grande pubblico (gli attualmente silenti telegiornali e giornali nazionali) si diffonderà l’idea che i prezzi delle case sono troppo alti e che basterà attendere per poter fare un affare. Questa idea durerà a lungo e senza un razionale orizzonte definito (così come è avvenuto negli anni di crescita drogata) e potrebbe non avere un floor ragionevole ma spingersi oltre la normale e corretta depauperazione dell'attuale valore gonfiato. Chi avrà contratto mutui durante il periodo in cui il valore del proprio immobile era alto si ritroverà a rimborsare un prestito maggiore del valore della casa, com'è accaduto negli anni '90 in Gran Bretagna, ad esempio. Quindi chi volesse vendere casa per tornare a stare in affitto dovrà trovare ulteriori risorse per estinguere il mutuo, soprattutto se ci si trova ancora nei primi anni di ammortamento. Questo fenomeno viene definito "negative equity".

Comunque il Paese non crollerà per questo: una volta razionalizzato e equilibrato, il settore edilizio tornerà a recuperare il patrimonio immobiliare esistente, spuntando le unghie a molti speculatori devastatori del paesaggio urbano, rurale e costiero, premiando gli imprenditori più specializzati e professionali, accorti e capaci.


venerdì 21 dicembre 2007

Investimento immobiliare e bolla speculativa: 1) La congiuntura.

Vorrei iniziare ad affrontare un argomento che mi sta molto a cuore, quello della bolla speculativa immobiliare, sempre in procinto di scoppiare secondo alcuni osservatori e di cui non si parla comunque mai abbastanza.


La prendo alla lontana e comincio cercando di definire il termine sfuggente di "congiuntura". Abbiate pazienza, ma ci torna utile per meglio comprendere il concetto di "bolla speculativa immobiliare".


Il termine congiuntura viene spesso utilizzato come sinonimo di "situazione economica", ma mentre la situazione economica è un una fotografia "statica" delle condizioni di un paese, la congiuntura è un concetto "dinamico", un filmato, è la descrizione del presente influenzato dall'immediato passato e che già risente di quello che sarà l'immediato futuro.


Volendo cercare di definire meglio la congiuntura, possiamo dire che rappresenta la coesistenza di diversi elementi in uno stesso momento, e l'insieme di questi elementi, influenzandosi vicendevolmente, genera un' evoluzione o un fatto, un evento.


Proprio per la sua natura di sintesi dinamica del presente, frutto di una valutazione del passato e del futuro, ogni congiuntura economica rappresenta una tendenza incerta, che diventa "situazione economica" solo al verificarsi di una certa comninazione di fatti o eventi. Quindi la descrizione della congiuntura economica può essere radicalmente diversa dalla descrizione della situazione economica.


L'analisi congiunturale, poichè si basa esclusivamente su una descrizione del presente, ancorché permeata dalle tendenze del futuro, è uno strumento fondamentale per chiunque debba prendere delle decisioni, non ultime (e neanche prime, comunque) decisioni d'investimento.


Vediamo di fare un esempio di congiuntura.

Considerate il denaro come il liquido di un circuito che deve mantenersi in continuo movimento.
Quando i singoli individui provano paura e smettono di spendere denaro è come premere il freno che blocca il circuito e una società in cui ciascuno tiene i capitali bloccati senza spenderli resta povera. Quando ognuno immette denaro nel circuito economico mantiene il flusso in movimento, e in questo modo tutti sono legati gli uni agli altri.


Ora, i soldi spesi per cose che non costituiscono a loro volta una fonte di reddito sono soldi morti, e in questo modo, il ciclo del denaro viene interrotto immediatamente dopo l'ultimo acquisto, ad esempio destinato al consumo personale. Invece i soldi che entrano nel circuito economico si moltiplicano. Anche qualora decideste di ammucchiare i vostri guadagni in una scatola per scarpe, rinunciando agli interessi che potrebbero fruttarvi, il denaro costituisce un'opportunità potenziale. Gli oggetti, al contrario, rappresentano delle decisioni già prese e, di conseguenza, la fine della libertà di scelta.


Per quanto la cosa possa apparire di piccole conseguenze nel caso dell'acquisto e consumo di un pacchetto di sigarette, pensate a cosa accade quando si bloccano somme considerevoli in quegli oggettoni di cemento che molti chiamano "investimento sicuro".


Continueremo l'argomento in un prossimo post.

venerdì 14 dicembre 2007

Il sovraindebitamento: 4) Determina il fabbisogno di Capitale Circolante

Ipotizziamo che tu abbia deciso di realizzare un'operazione di consolidamente del debito. Dovrai, innanzitutto, determinare con esattezza l'importo complessivo della tua situazione debitoria. Ma questo importo non ci basta a determinare quanto richiedere al finanziatore. Sarà necessario, ancora, conoscere l'importo della "benzina" che la tua azienda consuma per la sua abituale gestione, importo che va aggiunto all'importo complessivo del tuo attuale debito. Altrimenti ti ritroverai a fare i conti con una rata da restituire che ti priverà del carburante necessario a fare andare avanti la tua azienda (stipendi, magazzino, fitti, ecc.).

Quel che devi fare, quindi, è determinare il fabbisogno di Capitale Circolante della tua azienda. Il Capitale Circolante viene alimentato dall'utile d'esercizio, nel corso degli anni.

Il Capitale Circolante Netto è composto dalle Attività Correnti dopo averne detratto le Passività Correnti. Guardate il bilancio della vostra azienda. Le attività correnti, in contabilità, sono di norma elencate in ordine crescente di liquidità: Immobilizzazioni, Rimanenze, Crediti diversi, Crediti verso clienti, Effetti attivi, Titoli negoziabili, Banche, Cassa.
Il Capitale Circolante viene alimentato dall'utile d'esercizio, nel corso degli anni. La cassa è la più liquida delle attività correnti o attività a breve termine. Queste sono costituite dall’insieme del contante e delle altre attività o risorse, comunemente identificate con quelle che si realizzano in denaro entro un breve periodo di tempo. È con la cassa che pagate materialmente i fornitori.
Quando dovrete far fronte a passività correnti, senza però disporre di contante in misura adeguata, avrete un problema di liquidità: non si possono pagare i fornitori con i crediti verso i clienti.

A questo punto dovresti aver chiara la tua situazione, cioè:
- sai a quanto ammonta complessivamente il tuo debito
- conosci le cause che ti hanno portato all'esposizione debitoria
- hai studiato un ventaglio di modi per rinegoziare e/o consolidare il debito
- conosci la posizione della tua banca (o delle tue banche) nei tuoi confronti
- conosci quanto ti serve per finanziare la gestione corrente della tua impresa

Potrai ora realizzare il tuo piano finanziario avvalendoti di uno strumento contabile di previsione denominato "Budget di cassa" (o "Budget dei flussi di cassa").

Dal budget del flusso di cassa potrai anche stimare l'effetto del prestito sulla tua azienda, sia in termini economici che finanziari.

Il budget del flusso di cassa ti aiuterà a rispondere chiaramente e precisamente a domande importanti:
1. Qual è il mio fabbisogno finanziario?

2. L'utile operativo dell'azienda sarà sufficiente a far fronte alla restituzione dei debiti, rinegoziati e/o consolidati, quando scadranno?

3. Quale importo mi occorre, con esattezza? Per quando? A quali condizioni?

4. È iI caso d'aumentare l'indebitamento? O di aumentare Il capitale? O di chiudere l'attivita?
Per un approfondimento su come costruire il budget del flusso di cassa, clicca qui.



venerdì 7 dicembre 2007

Il sovraindebitamento: 3) Gestisci il rapporto con la tua banca.

Non considerare la banca un nemico.
Fare gli struzzi, evitare di aprire lettere contenenti fatture ed estratti conto non è di alcun aiuto.

Assieme alla tua banca elabora un piano realistico per poter estinguere i tuoi debiti.

Non dovresti fare piccoli versamenti, ma piuttosto versare ogni volta quanto più possibile, per estinguerli prima possibile.
Domanda, domanda, domanda!
Devi sempre comprendere tutto riguardo ai tuoi prestiti e ai tuoi conti. Fatti, eventualmente, accompagnare da qualcuno più competente di te.

Se non c'è ormai rimedio alla situazione, potresti anche prendere in considerazione la possibilità di cambiare banca.
Però, in questo caso, non farti troppe illusioni: le banche non sono particolarmente entusiaste di avere clienti carichi di debiti. Può, comunque, accadere che una banca diversa valuti un tuo immobile di proprietà o le tue possibilità professionali in maniera più favorevole rispetto al tuo attuale istituto di credito.

venerdì 30 novembre 2007

Il sovraindebitamento: 2) Consolida e rinegozia il debito

Per risanare una situazione di indebitamento grave, come abbiamo visto, il primo passo consiste nel prendere atto dell'entità del debito, avendo suddiviso i singoli debiti per scadenza e per urgenza, comprendere i motivi per cui la situazione finanziaria si è deteriorata, assumendo i primi provvedimenti per ridurre da subito le spese correnti.

Il passo successivo è il seguente:

2) Consolida e rinegozia il debito

Questo provvedimento ti permetterà di pagare il debito più velocemente.

Molti creditori temono di non riuscire a recuperare quanto da te dovuto, così saranno felici di accordarti migliori termini o anche accettare un importo minore pur di essere sicuri di rientrare in possesso dei propri soldi.

Dalla rinegoziazione del debito, effettuata da te o da un professionista terzo potresti riuscire a trovare un accordo per il 60% o 70% del debito originario. E anche se il creditore non intendesse ridurre il debito, spesso acconsente ad accordare un tasso d’interesse più basso. In entrambi i modi otterrai un vantaggio.

Non aver timore a spiegare la tua situazione finanziaria, perché potresti spuntare un buon affare ed un negoziazione ben riuscita può essere un bel primo passo verso l'eliminazione della situazione debitoria.

Puoi anche prendere
in considerazione un’operazione di consolidamento dei debiti, con cui ti accolli un unico debito ad un tasso d’interesse minore per restituire i prestiti a tasso d’interesse più alto. Un'operazione di consolidamento può essere opportuna quando si rischia seriamente il sovraindebitamento, cioè quando, ad esempio nel caso di prestiti, le somme da pagare mensilmente con le rate dei prestiti superino il 30% delle proprie entrate mensili.

Noi suggeriamo di provare prima a rinegoziare il debito riducendo l’importo da restituire e spuntando un tasso d’interesse minore. Se questo non funziona, o se il tasso d’interesse è ancora alto, passa all’operazione di consolidamento.

ATTENZIONE:


Soprattutto negli ultimi tempi si assiste ad un proliferare di offerte di consolidamento dei debiti personali e familiari da parte di sedicenti istituti finanziari parabancari, supportate da sottili campagne pubblicitarie, con testimonial anche famosi e dal volto familiare.

Viene proposta quasi sempre una semplificazione delle proprie scadenze (varie rate, finanziamenti, cessioni di quinto dello stipendio, mutui) con un'unica rata di minore importo, lasciando intendere che il cliente potrà ridurre l'esborso di denaro perché avrà da pagare un'unica rata di minore importo. In realtà, quel che non viene detto è che, nella gran parte dei casi ci si indebita per lunghissimi anni (a vita?), sostenendo un costo complessivo finale nettamente superiore.


Se le rate dei vostri prestiti cominciano a diventare troppo pesanti per il vostro tenore di vita, rivolgetevi sempre prima alla vostra banca di fiducia o a un consulente esperto, qualunque operazione vi venga in mente o vi venga proposta.

Se intendete portare avanti una di queste operazioni,
prima di firmare qualunque cosa è fondamentale che vi facciate consegnare un piano d'ammortamento del debito, facendovi comunicare per iscritto qual è l'Indice Sintetico di Costo (ISC) applicato (quello che una volta si chiamava TAEG, cioè il Tasso Annuo Effettivo Globale).
L'ISC (TAEG) è quel tasso di interesse (espresso in %) che rende uguali la somma del credito concesso al cliente con la somma complessiva che il cliente dovrà rimborsare alla scadenza, al fine di fornire al cliente un unico indicatore di interesse comprensivo non solo del tasso effettivo di interesse sul prestito, ma anche di tutte le spese accessorie. Ad esempio, uno dei tanti finanziamenti "a tasso zero", aggiungendo tutte le spese accessorie, può arrivare all'8% o oltre.


venerdì 23 novembre 2007

Il sovraindebitamento: 1) Comprendi dove sei e come ci sei finito.

Avere dei debiti, per un'impresa, è fatto inevitabile e ordinario. Anzi, se notassimo nel bilancio di un'impresa la totale assenza di debiti (fatto solo teorico), non potremmo non sospettare che l'azienda in realtà non abbia debiti perché nessuno le fa credito.

Ciò premesso, è ovvio che esiste un livello di indebitamento che potremmo definire fisiologico e un livello oltre il quale l'indebitamento può considerarsi una patologia, cronica o acuta.

In ogni caso, se ti trovi in una situazione di grave indebitamento, suggeriamo una strategia basata su una serie di passi successivi che ti permetterano di uscire dal pantano e tornare in piedi.
Ogni passo dovrà essere completato e tenuto sotto stretto controllo prima di passare al passo successivo. La chiave di tutto è proprio l’ordine.

1) Comprendi dove sei e come ci sei finito.

Un errore in cui spesso si cade è quello di chiedere un prestito alla propria banca senza aver compreso bene il fabbisogno e senza comprendere e, quindi, rimuovere, le condizioni che ci hanno portato alla situazione debitoria.

La prima cosa che devi fare è sapere dove ti trovi, cioè
aver chiaro a quanto ammonta il tuo indebitamento complessivo.
Questo è composto non solo dalle somme dovute a banche ed altri fornitori, ma anche da quanto devi al fisco, alle gestioni previdenziali, ai dipendenti. Devi anche considerare tutti quei rapporti che non sono ancora un debito ma che lo diventeranno presto (servizi in corso di erogazione, somministrazione di utenze, ecc.). Per ognuno di questi importi devi indicare la scadenza e una nota che ne indichi la priorità in termini non cronologici ma di "gravità" del rapporto debitorio e di "petulanza" del creditore, in modo che tu possa avere la possibilità di creare una "scaletta" dei debiti in ordine di urgenza ed anche di importanza.

Probabilmente, se sei in una situazione di emergenza, non ti sembrerà questo il momento di riconfigurare l'organizzazione della tua gestione finanziaria, quando c'è l'emergenza non puoi pensare alla causa dei problemi, perché se il tuo conto è in fiamme devi spegnere l'incendio. Però non puoi esimerti dall'iniziare a lavorare su un'ottica di medio lungo periodo perché tu non ricada più nella stessa situazione di facile infiammabilità.

Mi capita spesso di ascoltare clienti in difficoltà finanziaria affermare che la soluzione a tutti i loro problemi si ridurrebbe nel semplice disporre di una più ampia disponibilità di denaro liquido.
Nella gran parte dei casi, questo atteggiamento assomiglia alla richiesta di un tossicodipendente che si illude di poter risolvere tutti i suoi problemi con altra droga (i soldi, nel nostro caso), finendo col cadere in una spirale senza fine.
Invece, parallelamente alla cura dell'emergenza è necessario mettere in atto interventi strutturali che da una lato consentano di ripensare strategicamente il posizionamento commerciale dell'impresa, dall'altro (cosa spesso, più difficile) è necessario porre in essere azioni riguardanti l'organizzazione aziendale, la responsabilizzazione e l'educazione ad un uso responsabile del denaro. Infatti, soprattutto per le microattività in cui c'è spesso commistione tra finanza personale e familiare e finanza aziendale, è necessario lavorare anche sul proprio rapporto con il denaro, sulla propria propensione al consumo, sulla percezione tra il proprio potere d'acquisto, la propria tendenza all'indebitamento e la percezione della propria ricchezza reale.

E' anche importante, mentre si cerca di affrontare l'emergenza, cercare di tamponare le emorragie di denaro, cioè tagliare tutti quei costi non necessari che sono cresciuti magari in un periodo di "vacche grasse" ma che ora vanno radicalmente messi sotto una lente d'ingrandimento e ridotti. E si può andare da abbonamenti a riviste inutili, ad abitudini costose, quali le cene e i pranzi di lavoro, all'assenza di controllo sulle spese telefoniche o sulle assicurazioni degli automezzi. Vedrete che, una volta rimessa in piedi l'azienda, vi ritroverete un'azienda più snella nei costi e più redditizia. Ogni momento di crisi va visto come un'opportunità, se sappiamo apprendere dagli errori.

Voglio dire anche una cosa spiacevole ma che ritengo importante. A volte si dovrebbe avere la ludicidità di prendere atto che risolvere una situazione d'indebitamento con altro indebitamento o traslando nel tempo il debito (come in certe operazioni di consolidamento del debito a breve) non fa che rinviare al futuro una situazione irrimediabilmente deteriorata, rendendola solo peggiore. Questo accade, soprattutto, quando, accanto ad una situazione di crisi finanziaria, l'azienda sperimenta anche una crisi di tipo commerciale. Tra le varie ipotesi, oltre a quelle finalizzate al rilancio dell'azienda, esiste anche la dolorosa decisione di chiudere l'attività. Non serve svuotare l'acqua da un battello che prende più acqua di quanta ne possiamo buttar via.

Di questo tipo di situazioni parleremo con maggior dettaglio in un altro post. Nel prossimo post continueremo invece a parlare delle situazioni di indebitamento grave.


venerdì 2 novembre 2007

Errori d'impresa n. 2: Assenza di un sistema di pianificazione e controllo di gestione.

Le imprese medio piccole compiono un gravissimo errore, spesso esiziale: non curano le aree della finanza e del controllo di gestione.

Mentre negli ultimi anni le grandi imprese si sono allineate ai modelli anglosassoni più avanzati, in Italia, l'attenzione dell'imprenditore medio-piccolo è tutta concentrata sulle attività di natura consuntiva: gestione fiscale, contabilizzazione, gestione degli incassi, dei pagamenti e degli sbilanci sui conti correnti.
L'importanza della gestione finanziaria la si percepisce solo in momenti di tensione finanziaria, spesso quando può essere troppo tardi.

Mancano quasi del tutto le attività relative alla programmazione del futuro dell'impresa e alla sua gestione, ad esempio:

Gestione della struttura finanziaria e delle garanzie:
Consiste del governo della leva finanziaria. Spesso l'impresa spinge l'indebitamento al massimo consentito dalla banca, senza alcuna considerazione del rapporto tra debiti onerosi e mezzi propri, cosa che, tra l'altro, determina ripercussioni immediate in termini di rating e Basilea 2.
Alle richieste di garanzia patrimoniale da parte del sistema bancario il piccolo imprenditore ha spesso risposto fornendo garanzie personali piuttosto che aumentando il patrimonio aziendale, determinando debolezza patrimoniale dell'impresa, e aumentando la dipendenza dell'imprenditore e dell'impresa dalla banca.

Gestione della tesoreria e delle scadenze:
L'azienda non è in grado di conoscere il proprio cash flow reale (non quello, a volte, fornito come funzione automatica, dai software di contabilità consuntiva) o, tanto meno, previsionale. Mancando, nella generalità dei casi, di un business plan vero, in assenza di un'attività di pianificazione dei fabbisogni finanziari, le scadenze dell'indebitamento non tengono conto del cash flow generato dalla gestione, finendo con il cadere con casualità temporale, in assenza di gestione e coordinamento con le scelte strategiche di business, creando potenziali situazioni di tensione finanziaria. Oppure si ritrova con frequenti sconfinamenti rispetto al fido (con i costi che ne conseguono), o con più conti con saldo con segno opposto.

Gestione delle relazioni bancarie:
Il piccolo imprenditore tende a non considerare la banca come un proprio fornitore strategico. Ha spesso basato le proprie relazioni con la banca sulle relazioni personali con i dipendenti bancari, sistema entrato in crisi con il processo di acquisizioni e trasformazioni delle grandi banche e con le relative politiche di rotazione del personale.

Gestione dei rischi di cambio, di tasso e di prezzo delle materie prime:
Si tende ad adottare un atteggiamento passivo nei confronti di questo genere di rischi, cercando di correre ai ripari solo al momento della manifestazione contabile (fatturazione per il rischio di cambio), senza prevedere politiche strutturali di copertura del rischio.

Gestione dei tassi di mercato:
Ad esempio, la variazione dell'Euribor a 3 mesi viene, di norma, subìta passivamente dall'impresa.


venerdì 26 ottobre 2007

Controllo delle proprie finanze e abitudini personali.

Se decidiamo di introdurre cambiamenti nella nostra vita, ad esempio, decidiamo di controllare dove diavolo vanno a finire i soldi che ci sembrava dovessero sorriderci dal conto corrente, dovremo fare i conti con la nostra resistenza al cambiamento.

Però possiamo fare affidamento su una caratteristica che abbiamo tutti e che è l'abitudinarietà. L'abitudinarietà da sempre ci viene in soccorso a semplificarci la vita, a lenire lo sforzo di volontà che per alcuni è davvero insormontabile.

Esistono alcuni software, alcuni dei quali open source (cioè, di norma, gratuiti) che aiutano a rendere più efficace e piacevole il controllo. Più in là dedicherò un post sui software disponibili per la finanza personale e sulle principali caratteristiche e differenze.

Fare settimanalmente il punto dei propri movimenti finanziari è la cosa più ovvia del mondo per alcuni.
Per altri, invece, è qualcosa di inconcepibile, che si riuscirà a portare avanti solo per la prima settimana, poi si verrà travolti da cose molto più importanti ed urgenti :-).
Come per tutte le cose, quando riuscirete a creare una abitudine, una routine, tutto diventerà un fatto semplice e naturale, come quando ci si lava i denti o si va in palestra con regolarità.

venerdì 19 ottobre 2007

Alla larga dall'usura: i consigli di Carabinieri e Polizia di Stato

In generale:

  • Non recatevi mai, per nessuna ragione, da chi offre denaro in prestito con rapide procedure chiedendovi in cambio interessi elevati o altre pesanti condizioni;
  • Rivolgetevi solo a banche o a società finanziarie autorizzate e verificate personalmente i tassi di interesse applicati. Gli elenchi sono disponibili presso le filiali della Banca d'Italia e nella sede dell'Ufficio italiano cambi o consultabili sul sito www.uic.it;
  • Controllate che il contratto proposto contenga tutte le condizioni del prestito e le clausole contrattuali: sia i tassi sia le altre condizioni possono essere contrattati. Se non siete sicuri della qualità del prestito che state contraendo potete chiedere informazioni allo sportello antiusura della vostra provincia; in caso di accoglimento della richiesta di credito, concordate un piano di rientro e fate attenzione agli sconfinamenti; in caso di rifiuto, rivolgetevi alle associazioni o fondazioni antiusura, iscritte nell'apposito elenco tenuto dal Ministero del Tesoro, che, attingendo al Fondo di prevenzione del fenomeno dell'usura, possono costituirsi garanti per farvi ottenere un prestito dalle banche e dalle finanziarie.

Se siete commercianti:

  • Conservate un rapporto corretto e di fiducia con i finanziatori autorizzati e con i creditori alimentando il loro affidamento economico;
  • Mantenete un volume di attività compatibile con la capacità di assorbimento del mercato, evitando indebitamenti eccessivi o scorte di magazzino di difficoltoso smaltimento;
  • Denunciate alle Autorità di polizia ogni proposta di prestito che possa avere caratteristiche onerose oltre i limiti fissati dalla legge;
  • Aderite ad Associazioni di settore commerciale che possano mediare le esigenze economiche con i creditori e con le banche. Per le esigenze finanziarie della piccola attività artigianale, potete rivolgervi agli sportelli informativi delle associazioni di categoria ed alla Camera di Commercio, esponendo con chiarezza il fabbisogno o le ragioni del credito: potreste scoprire particolari agevolazioni;
  • Affidatevi a tecnici commercialisti di provata esperienza che sappiano imprimere la giusta velocità all'attività commerciale, tenendo sotto stretto controllo le voci contabili;
  • Monitorate costantemente (ogni trimestre) il livello dei tassi di interesse (art. 2 della Legge 7 marzo 1996 n. 108 "Disposizioni in materia di usura").

Se siete in una condizione di usura:

  • Raccogliete più elementi di prova possibili e denunciate, senza perdere tempo, l'usuraio alle Autorità di polizia: la legge aiuta le vittime dell'usura. Cercate il sostegno di un'associazione di categoria, di una fondazione o di un'associazione antiusura;
  • Documentate le varie fasi del rapporto usuraio, ad esempio tenendo informati i familiari, ovvero conservando le matrici degli assegni e fotocopiando preventivamente i titoli consegnati in garanzia;presentate alla Prefettura della provincia, una domanda di accesso al "Fondo di Solidarietà" finalizzata all'ottenimento di un prestito senza interessi. In caso di urgenza documentata, si può avere un anticipo fino al 50% del prestito stesso.

  • No al denaro facile
    Non rivolgerti mai, per nessuna ragione, a chi ti offre denaro in prestito con rapide procedure chiedendoti in cambio interessi elevati o altre pesanti condizioni.

  • Possibilmente banche
    Recati soltanto presso le banche o le società finanziarie autorizzate e renditi sempre conto di quanto ti vengono a costare i soldi presi in prestito.

  • Finanziarie autorizzate
    Quando ti rivolgi a una finanziaria, assicurati che sia abilitata ad esercitare il credito. E accertati sempre che tutte le condizioni risultino dal contratto.

  • Consorzio fidi e Fondazione antiusura
    Se nessuna banca è in grado di garantirti un prestito, rivolgiti allora ad un Consorzio fidi o alla Fondazione antiusura più vicina.

  • Denuncia l’usuraio
    Denuncia prima possibile l'usuraio alle autorità di polizia. Non perdere mai tempo: prima denunci e maggiori sono le possibilità di tornare a una vita normale. La legge, infatti, aiuta le vittime dell'usura che hanno denunciato.

  • Fatti furbo
    Per incastrare l'usuraio fatti furbo: la tua denuncia sarà più incisiva quanti più elementi di prova potrai produrre.

  • Fai valere i tuoi diritti
    Fai valere i tuoi diritti. Ricordati che in nessun caso l'usuraio può presentare istanze di fallimento contro di te, e che se viene accertato il rapporto usurario non sono dovuti interessi.

  • Chiedi aiuto
    Comunque non restare mai solo: cerca il sostegno di un'associazione di categoria o di una fondazione o di un'associazione antiusura.

  • Capire le ragioni
    Se non riesci ad ottenere un prestito dalla banca, chiedi spiegazioni e sforzati di capirne le ragioni.

  • Leggi le clausole
    Leggi con attenzione tutte le clausole contrattuali quando ti viene concesso il credito: sia i tassi proposti sia le altre condizioni possono essere contrattati.

  • Concorda sempre il piano di rientro
    Se la banca ti chiede il rimborso del credito, cerca sempre di concordare un piano di rientro. E fai anche attenzione agli sconfinamenti.

venerdì 12 ottobre 2007

Innocenti evasioni...

La maggior parte dello sperpero di soldi accade solo per distrazione, ed alcune di queste spese ricevono la mia incondizionata simpatia, in particolare quelle effettuate con le persone che amiamo.
Ciò detto, però, siccome nella vita siamo mossi o dalla ricerca del piacere o dalla fuga dal dolore, proviamo a fare un piccolo esercizio di alternativa tra spese.
Osserviamo la seguente struttura di innocue spese abitudinarie, molte delle quali sacrosante e irrinunciabili, come quelle derivanti dalla nostra inclinazione al tabagismo o all'aggiornamento tempestivo su vitali questioni di calcio-mercato.

Prezzo / unità
Ricorrenze / anno
Consumo
Totale Anno
Marlboro lights € 0,21 365 giorni 20/giorno € 1.496,50
Cappuccino + brioche € 1,90 52 settim. 5/sett. € 494,00
Espresso bar € 0,80 52 settim. 5/sett. € 208,00
Aperitivo con amici 4,00 52 settim. 2/sett. € 416,00
Pizza con amici € 10,00 52 settim. 1/sett. € 520,00
Drink con amici € 8,00 52 settim. 1/sett. € 416,00
Gazzetta dello sport € 1,00 52 settim. 4/sett. € 208,00
Tot. anno € 3.758,50

Adesso proviamo a comparare alcuni dei su elencati piaceri con piaceri alternativi che non tutti sono concordi nel considerare equivalenti... :-)
 
Majorca volo + 5 notti in hotel 3* da € 319,00
Istanbul volo + 2 notti in hotel 3* da € 279,00
Fuerteventura volo + 5 notti in hotel 3* da € 379,00
Ibiza volo + 5 notti in hotel 3* da € 429,00
Las Palmas volo + 6 notti in hotel 3* da € 369,00
Londra volo + 2 notti in hotel 3* da € 229,00
(Offerte tratte da www.lastminute.com - agosto 2007)

Naturalmente, non sto suggerendo di limitarsi nei piccoli piaceri quotidiani che rendono la vita quella cosa meravigliosa che è, ma di mantenere un atteggiamento consapevole nei confronti del denaro, avere rispetto per tutto il tempo, le energie, le rinuncie all’ozio che ci è costato produrlo, essere consci che esistono alternative al consumo abitudinario, “automatico” e compulsivo.


venerdì 14 settembre 2007

Sale il tasso ufficiale di riferimento, dal 4,62% al 5,42%.

Dal 1° settembre il tasso europeo sale dal 4,62% in vigore dal 1° gennaio 2007 al 5,42%. Di conseguenza aumenta la convenienza contributiva degli incentivi in conto interessi previsti dalla legge Sabatini.




venerdì 7 settembre 2007

Il bando 2007 della legge 488/92 slitta a fine anno (data probabile: 30 novembre 2007)

Il bando 2007 della L.488 slitta a fine anno (data probabile: 30 novembre 2007).

Per quanto riguarda la 488, entro il 2008 la direzione generale presso il ministero dello sviluppo economico dovrà rivedere tutte le procedure. I nuovi bandi saranno molto probabilmente settoriali, e potranno anche non prevedere una graduatoria. Sarà certamente eliminato l'obbligo del finanziamento bancario collegato a quello della cassa depositi e prestiti, e il contributo sarà diversificato a seconda delle zone e dei settori.

Per il successivo bando (dal 2008) sarà il ministero dello sviluppo economico a decidere, entro il 2008, come dovrà essere la nuova 488. Sono infatti abolite le norme, relative agli indicatori, al rapporto con le banche e la cassa depositi e prestiti, che hanno costituito l'ossatura della legge.
Per i bandi a valere sulle annualità precedenti sarà invece ridefinito il sistema dei controlli, verrà eliminato il decreto finale di concessione in modo da accelerare la conclusine del finanziamento e saranno introdotte novità in favore dell’impresa che non dovesse riuscire a rispettare gli indicatori (rinvio dell'anno a regime).

È in corso di approvazione a Bruxelles la Carta degli aiuti, il documento che consente di avviare le politiche d'incentivazione delle regioni. Non appena approvata potranno essere sbloccati tutti gli incentivi nazionali e regionali già programmati ma in attesa del via libera di Bruxelles. L’approvazione è prevista entro l’autunno. A partire dall’approvazione ci si attende l’emanazione di moltissimi bandi per la fine dell'anno (Por, docup, bandi per le imprese, l'energia, i servizi e la cultura).

Nel 2008 dovranno essere impegnati anche i fondi relativi al 2007, per cui lo Stato e le Regioni, per non incorrere nelle penalità della Ue, faranno una corsa per l’emanazione dei bandi, e siccome non è più richiesta l'approvazione dei singoli complementi di programmazione delle regioni da parte di Bruxelles, le procedure per la predisposizione dei bandi saranno più veloci.


venerdì 6 luglio 2007

L'usura: avere "amici" su cui poter "contare"...

Alcuni impressionanti video sul fenomeno usura, molto più diffusa di quanto non si creda, e sempre più tra strati della popolazione mai prima toccati dal problema (impiegati, pensionati...).

venerdì 29 giugno 2007

Prestiti: l'eccessivo indebitamento delle famiglie.

Mediamente in Italia ogni famiglia è indebitata per più di 24 mila euro, una cifra esorbitante che rende sempre più concreto in Italia il rischio di un cedimento del sistema economico, sia familiare che globale.

Ad affermarlo è Carlo Pileri, Presidente dell’Adoc, nel commentare i dati forniti da Bankitalia, secondo cui i consumi privati sono attesi in crescita dell’1,9%, lo 0,4% in più rispetto allo scorso anno, anche a seguito del massiccio ricorso delle famiglie al credito al consumo.

La gravosità della situazione, sottolinea l’Adoc, impone una riflessione e l’apertura di un confronto tra i soggetti interessati: Governo, associazioni dei consumatori e banche. L’Associazione, nel raccogliere l’invito del Presidente di ABI Faissola, promuove quindi l’apertura di un tavolo di lavoro tra banche e Governo al fine di scongiurare una possibile crisi economica delle famiglie e dell’intero Paese.

Secondo un altro recente studio della Banca d’Italia sull'economia in Sicilia (presentato in conferenza stampa a Palermo il 6 giugno 2007), sono apparsi evidenti il costante aumento dell'indebitamento da parte delle famiglie, l'inconsueto incremento dei prestiti in sofferenza registrati da banche e società finanziarie, la riduzione degli investimenti da parte delle imprese e la crescente difficoltà del comparto edile.

A preoccupare oltre alla crisi dell’agricoltura (evidente da tempo per i noti motivi, soprattutto commerciali), sono le difficoltà che hanno cominciato ad apparire nel comparto delle costruzioni. Il mercato immobiliare, dopo anni di frenetica corsa, pare abbia invertito la rotta. Complici da un lato i prezzi troppo alti delle case e dall’altro i tassi di interesse in costante aumento, nel secondo semestre del 2006 gli affari sono decisamente diminuiti. Nel 2006, in Sicilia, il tasso di incremento dei prezzi delle abitazioni è calato per la prima volta dopo anni di costante crescita.

Sul fronte bancario, l'indagine rileva un considerevole incremento dei prestiti sia alle imprese, soprattutto finanziamenti a breve termine per le gestioni di cassa e magazzino, sia per le famiglie, in particolare mutui per l'acquisto della prima casa con un sensibile aumenti di quelli contratti a tasso fisso per via del rialzo dei tassi da parte della Banca centrale europea.

Anche escludendo i mutui, nel 2006 il credito al consumo è aumentato del 21,9%. Rispetto al passato sembra anche riprendere quota il fenomeno dei prestiti in sofferenza, 535 milioni di euro circa (31,6%) lo scorso anno, con un sensibile aumento dell'attività di recupero da parte delle società terze, alle quali il sistema bancario cede la gestione delle pratiche.


Tutto questo è anche quanto risulta da un’indagine del Servizio Studi BNL. In Italia nel 2006, si è assistito, ad un aumento del ricorso all’istituto del credito al consumo da parte delle famiglie, cresciuto di circa 13 miliardi di euro, presso banche e società finanziarie, portando la spesa delle famiglie ben oltre il reddito disponibile.


L’aumento esponenziale del ricorso al credito al consumo evidenzia il grave disagio ed impoverimento delle famiglie, martellate, tra l’altro, da campagne pubblicitarie di ogni tipo. Le famiglie, molto probabilmente, si troveranno in futuro a non avere sufficienti soldi per poter ripianare i propri debiti, provocando in questo modo situazioni di incertezza e di disagio all’interno del nucleo familiare e dell’economia in generale.


Questo è un dato preoccupante anche per via del fatto che la gran parte delle aziende italiane sono micro e piccole imprese, la più parte ditte individuali, spesso a conduzione familiare, spesso in contabilità semplificata (che, quindi, non computa i movimenti finanziari ma solo quelli economici), con gestione finanziaria spesso approssimativa, amministrate senza alcuna consapevole gestione finanziaria, né aziendale né familiare, con i conti familiari e aziendali gestiti in un unico conto corrente, senza l’attribuzione di alcuna forma di stipendio figurativo, attingendo senza controllo dalla cassa, soprattutto nelle imprese familiari o nelle società tra familiari, trasformando la famiglia in un agente occulto di depauperamento patrimoniale.


In questo scenario, in tutta Italia, ma soprattutto nel mezzogiorno, sempre più famiglie non riuscendo a far fronte alle spese quotidiane, a evadere rate e mutui mensili, ad arrivare alla fatidica quarta settimana del mese, laddove non trovino risposte nel mercato del credito legale ed autorizzato (il sistema bancario), entrano nella stretta mortale dell’usura. Gli usurai sono spesso persone vicine e ben conosciute, all’inizio percepite come amici o benefattori. In questo processo la persona indebitata tende a considerare la banca come un nemico. Quando ci si accorge della forza distruttiva che hanno nelle loro mani gli usurai sembra sempre che sia troppo tardi (e così, fortunatamente, non è).


Quello che forse pochi sanno sono le motivazioni per le quali molti cadono nelle mani degli strozzini. Tra le altre cose, per artigiani e commercianti sono le scadenze fiscali a spingere molti operatori nella morsa degli usurai. Per i disoccupati o i lavoratori dipendenti, invece, sono i problemi finanziari che emergono dopo brevi malattie o infortuni.


Le Micro e Piccole Imprese, nella gran parte dei casi, stante il fatto che non pianificano a medio termine scenari di crisi di filiera o di comparto, si trovano in difficoltà finanziarie quando da tempo già i primi segnali dal fronte commerciale avrebbero dovuto metterle in allarme. E spesso il nostro micro e piccolo imprenditore non riesce a diversificare la produzione e a ricollocarsi strategicamente su altri segmenti, reagendo alle difficoltà commerciali con l’indebitamento a breve, anche laddove la crisi del settore appare strutturale o, comunque di durata non sostenibile finanziariamente. Ciò che sarebbe importante e vitale nel medio termine viene sostituito (e non affiancato) da ciò che è urgente nel brevissimo (il problema meramente finanziario).


Le nostre imprese sono sottocapitalizzate e sono dotate di struttura finanziaria generalmente debole, orientata soprattutto all'indebitamento bancario e, in particolare, a quello di breve periodo. I nostri imprenditori sono spesso più bravi che ricchi e preferiscono non condividere la gestione dell'impresa scegliendo, quindi, la leva del debito al posto di quella del capitale, complice l’atavica avversione all’associazionismo e al consorziarsi, dettata da motivi culturali e da scarsa informazione.


Anche il tradizionale indirizzamento del risparmio familiare nel mattone e non nella propria impresa, non aiuta un processo di patrimonializzazione aziendale generalizzato, utile soprattutto in un’ottica Basilea 2. La nuova normativa introdotta da Basilea 2, come è noto, induce la banche a valutare in modo dettagliato il rischio di ciascuna posizione di prestito, cioè ad analizzare in modo più approfondito, ricorrendo a sistemi di rating, la futura capacità del cliente di rimborsare il debito attraverso l’analisi dei
fattori relativi alle condizioni economico-finanziarie, attuali e prospettiche, dell’impresa affidata, nonché alla qualità del management e alle prospettive di sviluppo del settore produttivo.

venerdì 22 giugno 2007

Errori d'impresa n. 1: La parabola della rana bollita...

(di Peter Senge, da The Fifth Discipline)

"Se mettete una rana in una pentola di acqua bollente, essa cercherà immediatamente di saltare fuori.

Ma se la mettete in acqua a temperatura ambiente e non la spaventate, se ne resterà ferma.

Ora, se la pentola è su una fonte di calore, e se aumentate gradualmente la temperatura, succede qualcosa di molto interessante. All’aumento della temperatura da 21 a 27 gradi la rana non farà nulla. Anzi essa dimostrerà in tutti i modi di godersela. Con il graduale aumento della temperatura, la rana diventerà sempre più malferma, finché non sarà più in grado di saltare fuori dalla pentola.
Perché?
Perché l’apparato interno della rana che percepisce le minacce alla sopravvivenza è orientato a reagire a cambiamenti improvvisi, nel suo ambiente, e non a lenti e graduali.
Qualcosa di simile è avvenuto all’industria automobilistica americana".

Accade spesso che il piccolo imprenditore, spesso legato più alla produzione che agli aspetti commerciali o strategico-imprenditoriali, si senta tanto oberato di contingenze quotidiane da non prendere in considerazione le conseguenze di lungo termine del suo agire nel breve.

Spesso si accorge troppo tardi che la situazione della sua impresa, cui nel tempo aveva fatto l'abitudine (ritardi negli incassi, sforamenti nell'extrafido, piccole ma costanti perdite di quote di mercato) comportandosi reattivamente e non con proattività, lo ha messo nelle condizioni di non essere più in grado di reagire.

E lo stesso vale per interi settori e filiere produttive o territori.

Il non tempestivo accorgersi dei sintomi anche deboli di surriscaldamento della sua situazione, il mancato uso di corretti strumenti di controllo, possono portare l'azienda in crisi conclamata quando è troppo tardi.


venerdì 8 giugno 2007

Proteggi il tuo potere d'acquisto dalle sirene del marketing 1: Conta fino a 3...

La prossima volta che vi recherete in un negozio, in un centro commerciale o in un grande magazzino, fate il seguente esperimento: quando avrete scelto un articolo che desiderate, non compratelo subito, ma uscite dal negozio a fare un giro.

E' stato osservato che con una probabilità pari ad 1 su 4 voi non tornerete al negozio per comprare quel che eravate prima pronti a comprare.

Il commesso, il venditore, la musica, il negozio sono concepiti per farvi perdere la vostra capacità di giudizio...


venerdì 1 giugno 2007

Il nostro rapporto con le banche: 1) Il c/c di corrispondenza

I conti correnti costituiscono il tipo di rapporto bancario ed interbancario attualmente più praticato. Nei conti correnti affluisce la parte maggiore delle tante operazioni che oggi le banche effettuano con le imprese, con gli enti pubblici, con i privati e con le altre aziende di credito.

Nell’ambito dei rapporti con la clientela, i conti correnti bancari oggi sono rappresentati dai conti correnti di corrispondenza (così definiti perché le diverse operazioni sono ordinate o confrontate per corrispondenza.

I conti correnti (o c/c) assicurano al correntista la completa disponibilità delle somme depositate e offrono la possibilità di usufruire di una vasta gamma di servizi bancari(incasso di assegni e di effetti, pagamenti a terzi ecc.).

Costituiscono, inoltre, uno strumento mediante il quale, la banca presta al cliente un servizio di cassa, permettendogli di utilizzare l’assegno bancario come mezzo di pagamento.

L’apertura del c/c di corrispondenza avviene di solito su iniziativa di un cliente che si presenta alla banca presso quale desidera istituire il rapporto.
Il nuovo correntista deve essere una persona o un’azienda conosciuta e corretta, in quanto la banca, di norma, rifiuta di avviare relazioni con soggetti che sul piano economico e commerciale non godono di buon nome e risultano di dubbia solvibilità.
Se il richiedente non è riconosciuto, la banca si riserva di assumere le dovute informazioni prima di accettare la richiesta di apertura del c/c.

L’apertura di un nuovo c/c di corrispondenza richiede pertanto, le seguenti operazioni:

1. Identificazione del soggetto (o dei soggetti se il rapporto è contestato) con l’acquisizione delle complete generalità, degli estremi di un documento di riconoscimento e del codice fiscale; i dati così raccolti devono essere inseriti dalla banca, nell’archivio informatico prescritto dalle disposizioni contro la criminalità organizzata e antiriciclaggio;


2. Sottoscrizione del contratto scritto in due copie, di cui no deve essere consegnato al cliente; in osservanza delle norme sulla trasparenza della condizione contrattuale, il contratto deve indicare i tassi di interesse e le altre condizioni che saranno applicate;

3. Deposito della firma dell’intestatario, al fine di consentire alla banca di verificare l’autenticità delle firme tracciate sugli assegni e su gli altri ordini di pagamento.la firma originale viene apposta su un apposito modulo o cartoncino, chiamato specimen che resta presso la banca.

4. Sottoscrizione, in caso di rapporti contestati di una lettera di autorizzazione per l’accredito di bonifici che perverranno alla banca a favore di uno solo o di alcuni intestatari del c/c/;

5. Effettuazione della prima operazione di c/c: generalmente il conto viene attivato con un versamento (in denaro o in assegni oppure con un giroconto da un precedente rapporto).

6. Rilascio al cliente del libretto di assegni (carnet).

Al momento dell’apertura del c/c o anche successivamente, il correntista può conferire ad altri la procura autorizzando a compiere in suo nome e per suo conto le operazioni che danno luogo ad accrediti e addebiti (come l’emissione di assegni bancari, il conferimento di ordini di bonifico o giroconto). La procura viene rilasciata sottoscrivendo un’apposita lettera predisposta della banca.

L’esecuzione di ogni versamento richiede la compilazione da parte del cliente di un’apposita distinta di versamento in cui vengono specificati il denaro contante, gli assegni bancari e circolari e i vaglia postali depositati. Nella distinta inoltre sono indicati l’intestazione e il numero del c/c sul quale viene effettuato il versamento.
L’operazione di versamento è sempre comprovata mediante rilascio al cliente di una ricevuta o nota di accredito.

Oltre che dai versamenti di denaro, assegni e vaglia i c/c di corrispondenza vengono movimentati da molteplici operazioni di altro tipo che danno luogo a registrazioni in dare oppure in avere.

Ogni correntista infatti può ordinare operazioni alla banca in uno dei seguenti modi:

  • con emissione di assegni bancari staccati da libretti di assegni rilasciati dalla banca ( l’importo degli assegni emessi viene naturalmente registrato dalla banca a debito del correntista);
  • con comunicazioni scritte, cioè lettere consegnate a mano o inviate per posta, compilate su moduli standardizzati forniti dalla banca;
  • con ordini di addebito o di accredito in conto corrente;
  • con uso di apparecchiature elettroniche esterne, quali gli sportelli automatici collocati all’esterno della banca, e i terminali situati nei punti di vendita;
  • con operazioni on-line.


venerdì 25 maggio 2007

Banche e c/c: 4) Cos'è il tasso d'usura.

Gli istituti finanziari non possono oggi applicare tassi d'interesse superiori a quelli c.d. "usurari".

Il Ministero del Tesoro rileva trimestralmente il Tasso Effettivo Globale Medio (comprensivo di commissioni di remunerazioni a qualsiasi titolo e spesa, escluse quelle per imposte e tasse) degli interessi praticati dalle Banche e dagli intermediari finanziari nel corso del trimestre precedente per operazioni della stessa natura.

I tassi medi, pubblicati in Gazzetta Ufficiale, aumentati della metà, costituiscono il livello massimo oltre il quale si configura il reato di usura.

Qualora venisse convenuta l'applicazione di interessi usurari, la clausola è nulla e gli interessi sono dovuti solo nella misura legale.