venerdì 23 febbraio 2007

Un'azienda chiede un prestito: I modi d'affrontare un fabbisogno finanziario

I modi d'affrontare un problema di fabbisogno finanziarioa sono principalmente tre:

1) aumentare il capitale proprio dell'azienda. È la soluzione preferibile, perché al capitale non si corrisponde nessun interesse. Le piccole aziende, purtroppo, sono quasi sempre sottocapitalizzate;

2) ricorrere a prestiti a breve termine, dando in garanzia i crediti verso i clienti. Potete ricorrere a un prestito a breve termine (con scadenza a meno di un anno) senza dover sopportare oneri eccessivi in conto interessi (generalmente, più lunga è la durata del prestito, più alto è l'interesse). Potrete liquidarlo con gli introiti dell'anno;

3) ricorrere ad un finanziamento di lungo termine. Questo tipo di debito si salda con gli utili, nell'arco di due o tre anni. Ricordate però che il tasso d'interesse sarà maggiore rispetto al prestito a breve termine, e che l'indebitamento aumenta le vostre passività e determina un nuovo costo fisso. Otterrete una redditività maggiore solo migliorando il flusso di cassa.

Sta a voi valutare, caso per caso, vantaggi e svantaggi di ciascuno dei modi qui citati, per scegliere quello più adatto alla situazione (o la combinazione più opportuna).





venerdì 16 febbraio 2007

Un'azienda chiede un prestito: Le principali esigenze di finanziamento

Per quanta attenzione abbiate posto al vostro flusso di cassa, prima o poi vi capiterà, di dover ricorrere a un prestito: per coprire una momentanea carenza di liquidità, per cogliere una buona occasione, o per sostenere l'espansione dell'azienda con adeguato capitale circolante, senza diluire troppo il vostro capitale (e il vostro controllo sull'azienda).

Guardate il bilancio della vostra azienda. Le attività correnti sono elencate in ordine crescente di liquidità: Immobilizzazioni, Rimanenze, Crediti diversi, Crediti verso clienti, Effetti attivi, Titoli negoziabili, Banche, Cassa.

Quando dovrete far fronte a passività correnti, senza però disporre di contante in misura adeguata, avrete un problema di liquidità. Non si possono pagare i fornitori con i crediti verso i clienti.

La cassa è la più liquida delle attività correnti o attività a breve termine. Queste sono costituite dall’insieme del contante e delle altre attività o risorse, comunemente identificate con quelle che si realizzano in denaro entro un breve periodo di tempo.

È con la cassa che pagate materialmente i fornitori. Il capitale circolante netto, invece, è composto dalle attività correnti dopo averne detratto le passività correnti.

Le esigenze di finanziamento possono essere sintetizzate in cinque tipi principali.


L'azienda può anche avere esigenze di più tipi, in un certo momento o in momenti diversi. Per esempio, un nuovo reparto sarà per l'azienda una situazione d'avviamento: richiederà, fra l'altro, capitale circolante e avrà esigenze di finanziamento per le nuove attrezzature.


1) Finanziamento dell'avviamento

Una nuova azienda richiede una giusta combinazione di capitale proprio e di capitale di credito (da raccogliere, quest'ultimo, con prestiti a lungo termine). Le esigenze risulteranno dai budget del flusso di cassa e del conto economico, oltre che dalle statistiche relative al settore d'attività (reperibili presso le associazioni di categoria, o presso la banca). In questa situazione si possono specificare tutti i dettagli dei costi d'investimento, per gli impianti e per le altre attività fisse. È importante il giusto equilibrio fra capitale proprio e capitale di credito: troppi debiti iniziali, per esempio, riducono le possibilità d'indebitamento future.


2) Finanziamento del capitale circolante

Dopo la capitalizzazione iniziale, il capitale circolante viene alimentato dall'utile d'esercizio, nel corso degli anni. Se la vostra azienda soffre in permanenza d'una scarsità di capitale circolante, ma realizza comunque un certo utile, allora può davvero essere il caso di ricorrere ad un prestito a medio termine. Dovrete però dimostrare che ne trarrete maggiori utili in misura molto superiore all'onere che deriva dal nuovo indebitamento. Spesso un modesto prestito che incrementi il capitale circolante fa superare all'azienda un intoppo transitorio e le consente di fare utili assai maggiori che in passato. L'effetto del prestito sulla vostra azienda si può stimare dai budget del flusso di cassa.

Ricordate, però, che un prestito da restituire in qualche anno, con rate mensili, pesa sensibilmente sulle spese generali. Se l'azienda non genera ulteriori utili in misura sufficiente a far fronte a questi oneri, con un margine del 50% almeno, o meglio del 100%, allora occorre aumentare il capitale proprio, invece dell'indebitamento.


3) Finanziamento di nuove attrezzature e di altre attività fisse

Nei prestiti per l'acquisto di attrezzature e di altre attività fisse ha grande importanza la corrispondenza fra il prestito, l'esigenza di finanziamento e la fonte da cui si pensa di trarre la liquidità per la restituzione. Si tratta normalmente di prestiti assistiti da garanzia ipotecaria sulle stesse attrezzature, quindi la durata economica di queste ultime ha un grande peso nella decisione di ricorso al credito.

Una regola di larga massima è che si possono finanziare attrezzature che hanno durata economica di 10 anni con prestiti della durata di non oltre 7 anni e di entità non superiore al 90% del valore di quelle attrezzature. I fornitori tendono ad essere molto generosi nelle vendite a credito, ma voi dovrete mantenervi prudenti, per la vostra stessa sicurezza economica.acquistate attrezzature fisse finanziandovi con prestiti a breve termine. Commettereste un errore di durata. Se cercate prestiti o dilazioni per periodi superiori al necessario, nulla di male. Questo però non è la soluzione migliore. Finanziatevi per cinque anni, invece di sette, o magari per tre, invece di quattro.

I prestiti per l'acquisto di attrezzature non durano quasi mai per più di 7 anni, ma quelli per l'acquisto di immobili adibiti ad attività commerciali possono durare anche 15 anni, o ancora di più, a seconda della situazione. Poiché è nell'arco di diversi anni che voi investite il capitale proprio dell'azienda nelle attrezzature e negli immobili, traendolo dagli utili, altrettanto vi conviene fare con il capitale d'indebitamento.

4) Finanziamento delle scorte stagionali

Il finanziamento delle scorte ha carattere stagionale e avviene con prestiti a breve termine, collegati a una ben precisa fonte di liquidità per la restituzione, come la conclusione d'un certo contratto, la vendita d'un certo bene, o il ricambio delle scorte.

I debiti a breve termine vengono coperti con la liquidità proveniente da fonti di breve termine, identificate con chiarezza prima della concessione del prestito.

I debiti di medio termine, invece, vengono coperti con la liquidità proveniente dall'attività dell'azienda, senza una precisa identificazione delle fonti. La banca guarda ai precedenti dell'azienda nella restituzione di simili prestiti (e anche all'utile degli ultimi anni, o alla capacità di formulare e di realizzare i piani). Non essendo direttamente indicata la fonte di liquidità per la sua restituzione, il prestito ha un rischio maggiore e la decisione è più meditata, rispetto al prestito a breve.distinzione è importante: anche se l'azienda rappresenta un ottimo rischio di credito nel breve termine, non è detto che lo sia nel lungo periodo: per esserlo, deve dimostrarsi in grado di generare buoni utili nel corso degli anni.: i prestiti a medio termine vanno restituiti con gli interessi in rate mensili, o trimestrali, che s'aggiungono ai costi fissi. Così aumentano le spese generali, e con esse il rischio finanziario dell'azienda. Occorre una gestione particolarmente attenta, e la banca lo sa. Rammentatelo, e regolatevi di conseguenza.

5) Finanziamento della crescita di lungo termine

L'ultimo tipo di prestito bancario ha per finalità la crescita dell'azienda nel corso degli anni: crescita che può creare problemi di capitale circolante. L'azienda che s'aspetta di crescere in fretta deve anche attendersi grossi rischi.

Con l'aumento delle vendite, la liquidità diminuisce perché i crediti verso i clienti non vengono saldati con la rapidità occorrente a pagare i debiti verso i fornitori. Inoltre la produttività si riduce, con l'assunzione di altro personale. Occorre altro spazio per gli uffici e i magazzini, s'accresce il carico amministrativo e aumentano i costi fissi. È un processo inevitabile.
La soluzione, di solito, consiste in una combinazione di nuovo capitale proprio, di linee di credito garantite dai crediti verso clienti e dalle scorte, e di prestiti a lungo termine per sostenere il capitale circolante.

Pensate bene alle conseguenze: se puntate ad espandervi, dovete fare in modo di generare utili, anno dopo anno, tenendovi nello stesso tempo abbastanza liquidi per far fronte ai pagamenti. Per garantirvi la liquidità, dovete provvedere al finanziamento dell'espansione. Ma come?

In primo luogo con un piano finanziario basato su un budget del flusso di cassa e su un budget del conto economico ben ponderati.

venerdì 9 febbraio 2007

Un'azienda chiede un prestito: I criteri generali con cui le banche valutano la concessione di credito di una PMI.

Si sa che non è sempre semplice attingere a prestiti da parte delle banche. E' anche vero che spesso ci si presenta in banca non preparati, o esponendo la propria richiesta nei modi peggiori, creando le condizioni migliori per ricevere un DINIEGO alla richiesta di prestito :-).

Al di là di quanto importante possa essere la solidità patrimoniale del richiedente o il suo essere positivamente "conosciuto" (aspetto, quest'ultimo, tenuto molto in considerazione soprattutto dagli istituti di respiro locale), le banche valutano la possibilità di concedere credito all'impresa secondo criteri che è opportuno conoscere.

Innanzitutto la banca ha bisogno di comprendere la capacità competitiva dell'impresa attraverso informazioni sulla situazione attuale e le previsioni di sviluppo del mercato in cui opera, sui prodotti/servizi realizzati e/o commercializzati e sul suo posizionamento nel mercato, tenuto conto delle caratteristiche del settore e della dinamica della concorrenza.

Con la collaborazione del cliente, la banca cerca innanzitutto di conoscere la natura giuridica dell’impresa e la struttura proprietaria, il settore di attività, i prodotti o servizi offerti, i principali concorrenti, i canali di vendita, la fase di sviluppo dell’impresa, l’esperienza nel settore dei proprietari e dei responsabili.

La banca ha poi bisogno di individuare la natura e l'origine dei fabbisogni finanziari dell'impresa, cioè il "perché" l'impresa si sta accingendo a chiedere il prestito, e ciò per studiare ed erogare finanziamenti, anche "su misura".

Ad esempio:

  1. il finanziamento del capitale circolante commerciale che trova origine nella differente tempistica che caratterizza gli incassi e i pagamenti connessi alle operazioni di gestione corrente (acquisto - trasformazione - vendita);
  2. il finanziamento di investimenti destinati ad accrescere o a modificare la capacità produttiva dell'impresa e/o di investimenti sostitutivi di impianti o macchinari obsoleti;
  3. la sostituzione di finanziamenti in essere con altri più congeniali alla struttura patrimoniale e alla dinamica finanziaria dell'impresa (ad esempio, finanziamenti a breve con finanziamenti a medio/lungo termine in coerenza con la durata degli attivi).
La valutazione della banca prosegue con l'analisi della capacità di rimborso da parte dell'impresa. Si cerca di accertare, in primo luogo, se esistono le condizioni economico-finanziarie per il successo dell’iniziativa. Di conseguenza si verifica se l'impresa è in grado di rimborsare il capitale prestato.

Questa analisi da parte della banca segue diversi approcci, a seconda del tipo d'impresa, dell'importo richiesto, del tipo di iniziativa che si intende realizzare con il prestito.

Ad esempio, per i finanziamenti a breve termine legati all'operatività corrente, quali l'anticipo o lo sconto di crediti, volti a coprire il fabbisogno finanziario del circolante commerciale, la banca si basa sulla valutazione della capacità dell'impresa di produrre flussi di cassa nel breve termine e dell’equilibrio della sua situazione finanziaria e patrimoniale.
Per i finanziamenti a medio/lungo termine la banca valuta la capacità prospettica dell’impresa di rimborsare negli anni futuri il prestito, facendo prevalere lo studio e l’interpretazione dei flussi economici, e dunque di cassa e monetari che l'impresa sarà in grado di generare negli anni futuri.

Anche il capitale di rischio o capitale proprio rappresenta per la banca un importante indicatore della fiducia che l'imprenditore o i soci ripongono nell'iniziativa e, quindi, della misura del rischio che gli stessi assumono a proprio carico.
E l’ammontare del capitale di rischio influenza direttamente l'entità del capitale di debito, nel senso che ad importi crescenti di capitale proprio possono associarsi importi maggiori di capitale di debito, in massima parte costituito da finanziamenti bancari.
E' evidente che l'importo dell'apporto di capitale proprio influenza l'equilibrio complessivo della situazione patrimoniale dell'impresa.

Non esiste un livello di capitale investito definibile a priori per la generalità delle imprese, perché tale valore varia in funzione delle caratteristiche sia del settore che della specifica impresa, dando luogo, a seconda dei casi, ad una capacità di indebitamento e quindi ad un contributo da parte dell'imprenditore o dei soci differente.

La banca, per mitigare il proprio rischio di esposizione con il singolo cliente, chiede quasi sempre garanzie. Attraverso l'apporto di congrue garanzie (approfondiremo il concetto di "congruità" in un altro post) un'impresa può accedere a finanziamenti anche in presenza di scarsi livelli di capitalizzazione o con una breve storia di presenza nel mercato, ed anche se, a seguito delle valutazioni effettuate, permangano elementi di incertezza circa il suo merito di credito. In definitiva, le garanzie pongono una parte del rischio di esposizione della banca a carico del patrimonio aziendale o di altri (che siano soci o terzi interessati), pur non modificando il profilo di rischio economico-finanziario dell’iniziativa finanziata.

Un importante elemento preso in considerazione è l'insieme delle relazioni tra la banca stessa e l’impresa. La banca che conosce il richiedente per via di rapporti avuti in passato è in possesso di indicazioni sulla sua solvibilità, capacità e volontà di fare fronte ai propri impegni nei confronti del sistema bancario. E lo stesso vale per le informazioni sulle relazioni tra l’impresa ed il sistema bancario nel suo complesso raccolte dalla Centrale dei Rischi della Banca d’Italia o da credit bureau esterni.

Un altro documento che sempre più banche chiedono a supporto (o che è opportuno allegare a supporto) di una richiesta di finanziamento è il Business Plan, un documento programmatico con il quale un’impresa analizza le proprie strategie ed esigenze finanziarie.

Del Business Plan, o Piano d'impresa, parleremo in un prossimo post.